La liposclerosi (o cellulite) è una alterazione del tessuto adiposo che secondariamente può interessare anche il derma. Il microcircolo sanguigno periferico che irrora questi distretti può subire modificazioni per cui il flusso ematico risulta insufficiente: le pareti dei capillari tendono ad indurirsi e perdono elasticità, dilatandosi e riempiendosi eccessivamente di sangue che si riversa nel tessuto circostante provocando un edema interstiziale il quale, a sua volta, dissocia le cellule adipose scompaginandole. La scarsa circolazione provoca danni di una certa entità alle strutture tessutali e alle cellule fino ad arrivare alla perdita funzionale del tessuto che si cicatrizza e si sclerotizza: ecco perchè si parla di liposclerosi (da lipos=grasso e skleros=consistente, duro). Successivamente, dopo avere coinvolto l’adipe, le alterazioni tendono progressivamente ad espandersi e a coinvolgere la cute con le caratteristiche formazioni di cuscinetti e noduli, visibili oltre che palpabili. Il fatto che la cellulite sia, prima di tutto, una alterazione che coinvolge il microcircolo sanguigno periferico è stato confermato e dimostrato attraverso l’applicazione di una tecnica di grande valore pratico: la cosiddetta termografia per contatto o all’infrarosso. La termografia consente di valutare il calore emesso dalle diverse parti del corpo, valutazione che si effettua attraverso l’utilizzo di apparecchiature specifiche. E’ stato osservato che le zone cellulitiche sono ipotermiche (cioè producono meno calore del normale) e inoltre che il calore in una determinata zona non è emesso in modo uniforme ma con notevoli variazioni di temperatura. Dal momento che l’emissione di calore dipende sostanzialmente e principalmente dall’entità del flusso ematico nel tessuto possiamo dedurre che l’ipotermia e le variazioni termiche sono dovute ad una compromissione del microcircolo sanguigno periferico.
Con il termine di cellulite, entrato nell’uso comune, nonostante il processo a cui si riferisce non riconosca affatto una causa infiammatoria (più propriamente si dovrebbe parlare di PEFs, cioè pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica) viene indicata un’affezione interessante dapprima il tessuto adiposo sottocutaneo e, solo secondariamente (negli stadi più avanzati) il derma e l’epidermide soprastante. La cellulite, peculiare del sesso femminile (ca. 95% dei casi) può comparire già dopo la pubertà ma più spesso entro i 30-40 anni; le aree preferenzialmente interessate sono le cosce, i glutei, con minore frequenza le ginocchia e l’addome. La pelle tende a presentarsi opaca e arida nella maggiorparte dei casi, ruvida allo sfioramento con il polpastrello delle dita (si apprezza una sensazione di più o meno fine granulia) e spesso mostra ondulazioni ravvicinate con una diminuzione più o meno marcata della temperatura locale. La cosiddetta ‘cute a materasso’, caratterizzata da depressioni ed infossature a cratere, si apprezza solo nelle forme più marcate e gravi ed in soggetti obesi. I danni estetico-funzionali caratteristici della cellulite sono principalmente dovuti ad una sofferenza del microcircolo dermo-adiposo per una alterata elasticità e permeabilità delle pareti vasali. Il conseguente aumento dei liquidi interstiziali conduce alla formazione di edemi (gonfiore da stasi) diffusi e persistenti. Tale evento genera un processo infiammatorio cronico e per ultimo la formazione di macrostrutture nodulari di consistenza duroelastica (noduli cellulitici).
Dall’esame di questi dati risulta evidente che per combattere efficacemente la cellulite bisogna intervenire sia sulla parete capillare per frenare l’eccessiva permeabilità e fragilità sia sull’edema già costituitosi per impedire il protrarsi e l’aggravamento del processo infiammatorio.
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